Alle porte dell’inferno

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Illustrazione di Agrin Amedì
Ora capisco cosa vuol dire l’espressione mi si sono spalancate le porte dell’inferno. Ora lo so sul serio perché non lo sai mai veramente davvero com’è finché non lo provi. Come quando dicono avere le ali ai piedi, io l’ho capito quando quella volta che inseguita da una muta di cani ho cominciato a correre e sì che avevo l’impressione di avere le ali ai piedi… Valeria Pansini si lancia in un rabbioso e folgorante – quanto puntuale – flusso di coscienza.

Ora capisco cosa vuol dire l’espressione mi si sono spalancate le porte dell’inferno. Ora lo so sul serio perché non lo sai mai veramente davvero com’è finché non lo provi. Come quando dicono avere le ali ai piedi, io l’ho capito quando quella volta che inseguita da una muta di cani ho cominciato a correre e sì che avevo l’impressione di avere le ali ai piedi, non sentivo la fatica non sentivo la salita correvo correvo correvo senza guardarmi indietro come adesso che sto precipitando giù sempre più giù giù e giù perché sì che mi si sono come nei film quando la donna urla perché gli si sono spalancate le porte dell’inferno e vattene via brutto stronzo mi hai tradita pezzo di merda e ora i vestiti te li raccatti a pezzi sotto il balcone brutto stronzo perché mi hai spalancato le porte dell’inferno e io ora spalanco il balcone anche se il balcone io non ce l’ho e non ti posso nemmeno cacciare perché tu non ci sei e così il balcone ho avuto voglia di spalancarlo dal telefono quando ho immaginato un letto ancora sfatto e le lenzuola tiepide di sesso e tenerezza mentre mi diceva al telefono mi dispiace mi dispiace che alle porte dell’inferno mi dispiace cazzo come fai a tradire e a dispiacerti al tempo stesso e poi mi immagino il volto di una donna che lo guarda e che indugia con una mano sulla sua schiena  e lo consola sapendo che li ho scoperti magari adesso pensa che sarà finalmente un uomo libero e io mi rotolo nel letto perché devo far qualcosa devo muovermi perché se mi fermo sono sicura che mi si ferma pure il respiro e morirò perché non è vero che non si muore per amore come cantava Lucio Battisti si può morire eccome per amore perché il respiro si ferma e non riesco né a gridare né a piangere perché queste lacrime stanno uscendo da sole e dovrei far partire un singhiozzo per ricominciare a respirare come quel bambino a quella festa che cadde e si disperò così tanto che spalancò la bocca ma invece di cominciare a piangere gli si bloccò il respiro e la mamma gli buttò un bicchiere di vino in faccia perché non sapeva come fare per farlo respirare e lo scrollò dalle spalle e la testa del bambino sbatteva avanti e indietro come una bambola rotta e la mamma aveva un’espressione disperata urlando aiuto aiuto non respira non respira non respiro allora  lo chiamo lo richiamo e glielo dico che mi si sono spalancate le porte dell’inferno che abbiamo tre figli perché lo hai fatto se sto precipitando giù giù all’inferno e vaffanculo Luciano Battisti, vaffanculo anche a te e alla mamma e al bicchiere di vino e ai cani e alle ali sotto i piedi quando esce un urlo un urlo forte finalmente mentre vi strascino tutti con me sul fondale dell’inferno per tornare a respirare.

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